Il vetro è un materiale intrigante che, riprendendo l’immaginario dell’artista Koen Vanmechelen, rappresenta la fragilità della vita. Entriamo all’opening di “Burning Falls” mentre Vanmechelen ha appena iniziato a presentare la propria esposizione e da subito facciamo nostre le sue parole.
Il vetro ti consente di guardare attraverso. Ed essere trasparenti nella vita, così come nelle relazioni con gli altri, spesso è ciò di cui abbiamo più bisogno.
In questo articolo vi portiamo con noi alla scoperta degli spazi di una delle vetrerie storiche di Murano. Tra le tante vetrerie che popolano l’isola, Berengo Studio è sicuramente uno dei luoghi più affascinanti che ancora conserva un’atmosfera tradizionale, dove il visitatore viene accolto come un ospite e accompagnato alla scoperta dell’arte vetraia. Fondata nel 1989 da Adriano Berengo, oggi questa realtà rappresenta uno degli spazi più innovativi e all’avanguardia. Promuove il vetro preservando le tecniche di lavorazione artigianale, incoraggiando l’incontro tra questo materiale ed artisti internazionali.
La sede principale: visita alla Galleria e alla Fornace
Qui è nata l’azienda. È dove avvengono gli accordi e le collaborazioni con Gallerie e artisti internazionali. Ma anche dove collezionisti e visitatori vengono accolti tra pezzi unici al mondo a qualche produzione in serie.
Ma è nel retro che scopriamo la fornace. Qui inizia la vera e propria immersione nel mondo vetro, incantati dai movimenti fluidi e decisi dei maestri vetrai. Tra i forni di riscaldamento, che portano il vetro a temperatura di lavoro, e quelli di fusione, dove il vetro conserva la sua forma magmatica a 950°, vediamo all’opera Andrea Salvagno. È un lavoro faticoso, certo, che come molte arti storiche a Venezia sta affrontando la mancanza di manodopera.
Il vetro è il risultato della fusione di diversi componenti. Ogni persona che realizza questo materiale, ci viene svelato, ha una sua ricetta personale che varia in base al risultato desiderato. Risultato che può cambiare anche con lavorazioni successive al raffreddamento, quando vengono tolte le impurità e create le incisioni.
Ci piace immaginare la fornace come un’officina di idee, dove l’opera finale è il risultato sinergico di più mani (e menti). Dall’artista, che solitamente propone il design, al maestro vetraio, che modella il materiale e ne delinea le forme. E per le creazioni più complesse? Guardando le opere di Sean Scully subito ci sorge spontanea la domanda. Ebbene, anche il vetro, tra calcoli e misure, vede radunarsi un’equipe che come una cartina tornasole stabilisce se il progetto si può fare o meno – Berengo attualmente si appoggia al maestro Massimiliano Luzi.
Fondazione Berengo Art Space e Laboratorio
Diverso è l’ambiente del laboratorio casting, dove un pull di giovani provenienti da tutto il mondo lavora il vetro con la tecnica della cera persa. È una porta a separare il laboratorio da Berengo Art Space. Lo spazio dedicato alle esposizioni artistiche dove è ancora possibile vedere i vecchi forni. Qui le alte temperature di fusione venivano raggiunte ancora tramite legno e carbone. Un spazio dedicato anche agli amanti di archeologia industriale, dove il candore delle opere moderne viene esaltato dal contrasto con il vecchio.
Lo Showroom contemporaneo
Dalla parte opposta della fondamenta. Una sorta di grande cassa di risonanza per l’arte del vetro, che accoglie i visitatori tra opere e collaborazioni con diversi artisti. Qui è anche possibile acquistare le creazioni prodotte e firmate Berengo Studio.
Una vista che ci piace consigliare a chi desidera scoprire una tradizione cittadina ed i segreti di una materia che non smette di meravigliarci – unendo nuovi artisti e creando incontri di forme, colori e materiali.
La visita a Berengo Studio è prenotabile su appuntamento.