Nascosto in Barbaria delle Tole, una vivace strada che attraversa il cuore del quartiere storico di Castello a Venezia, si trova un portale verso un’altra epoca. Lungo questa calle animata, tra mosaicisti, liutai, artigiani della carta marmorizzata e drogherie, una vetrina spicca catturando l’attenzione: è piena di fotografie in bianco e nero di ogni dimensione, immagini che raccontano una Venezia di altri tempi. Questa vetrina appartiene all’Archivio Cameraphoto Epoche, una collezione fotografica di straordinaria profondità e importanza, vera e propria cronaca epica e quotidiana della città e dei suoi abitanti.
Situato in una ex panetteria, l’archivio è un tesoro che custodisce scatti capaci di raccontare tutto: dal glamour—modelle Dior e Paul Newman lungo le rive del Lido—agli eventi più drammatici, come il disastro della diga del Vajont. Alte maree, proteste, celebrazioni del Carnevale, e la quotidianità dei veneziani: tutto trova spazio qui. Dai volti degli abitanti a quelli delle celebrità, ogni immagine evoca storie intime e universali al tempo stesso.
Vittorio Pavan: Archivista, Fotografo, Custode di Memorie
Appena varcata la soglia, ciò che colpisce non sono tanto le fotografie esposte, ma le ordinate pile di scatole numerate sopra la postazione di lavoro. Ognuna custodisce negativi e provini—ben 320.000 in totale. Questi fragili frammenti di storia, risalenti agli anni Quaranta fino agli Ottanta, raccontano una vicenda ben più grande della somma delle loro parti, grande quanto il ruolo di Venezia nell’immaginario collettivo.
Ma il tempo non aspetta, e i negativi, materiali delicati e deperibili, sono soggetti a un inesorabile decadimento chimico. La risposta a questa sfida è un progetto di digitalizzazione massiva, un’impresa titanica guidata da Vittorio Pavan. Uomo discreto e generoso, dotato di una memoria visiva prodigiosa, Pavan è il cuore pulsante di questo luogo. Veneziano nell’anima e fotografo d’arte di mestiere, ha scelto di dedicare la sua vita alla preservazione di queste immagini, scansionando, catalogando e restaurando l’eredità dell’agenzia Cameraphoto, che un tempo rappresentava il fulcro del fotogiornalismo veneziano.
Cameraphoto Epoche: Un’eredità disegnata dalla luce
La storia dell’Archivio Cameraphoto Epoche comincia nel 1947, quando Dino Jarach fondò l’agenzia di fotogiornalismo inizialmente chiamata Interfoto. Nel 1958, rinominata Cameraphoto, l’agenzia divenne celebre per i suoi reportage che catturavano le star in visita a Venezia—artisti, attori e registi il cui fascino si intrecciava con l’allure della città.
Quando Vittorio Pavan vi fece il suo ingresso nel 1973, appena adolescente, Cameraphoto aveva già ampliato il proprio repertorio per includere la documentazione e la riproduzione di opere d’arte. Negli anni, Pavan diventò una figura indispensabile, padroneggiando la fotografia ottica di grande formato per immortalare i tesori artistici veneziani. Nel 1987, infine, Pavan prese le redini dell’agenzia, guidandola attraverso le trasformazioni imposte dall’era digitale.
L’archivio e il suo intrecciarsi con l’identità di Venezia
Dichiarato di Eccezionale Interesse Culturale dal Ministero dei Beni Culturali nel 2010, l’archivio è un racconto caleidoscopico di Venezia e di una città in cui momenti rubati di vita quotidiana si misurano con uno sfondo dove la storia ha lasciato tracce indelebili.
Grazie alla visione e alla dedizione di Pavan, queste fotografie sono diventate molto più di semplici documenti storici. Oggi, l’archivio produce stampe d’arte, libri, cartoline—vere e proprie finestre su momenti che catturano il fascino eterno di Venezia, ora accessibili a tutti.
La prossima volta che visitate Venezia, dunque, vi invitiamo a passare per Barbaria delle Tole e fermarvi davanti a questa vetrina che sembra una macchina del tempo. Guardando attraverso il vetro, non vedrete solo delle fotografie suggestive, ma un universo di storie in attesa di essere scoperte—e ancor dietro, un uomo, Vittorio Pavan, intento a preservare la memoria di questa città, scatto dopo scatto.