How we will live together? Come vivremo assieme? È questo il titolo della 17esima Edizione della Biennale Architettura, che quest’anno aprirà al pubblico il 22 maggio e si concluderà il 21 novembre, a cura dell’architetto di origine libanese Hashim Sarkis.
È una domanda aperta e spinosa, che ci spinge a ripensare alle nostre relazioni con gli altri e con noi stessi; politiche, geografiche, ecologiche. Un tema, quello dell’architettura, che non si ferma a calcoli e costruzioni, non si arresta ad una questione spaziale ma che scava più a fondo nell’immaginario sociale.
Il mondo dell’architettura è chiamato a mettere in campo gli strumenti migliori per trovare soluzioni e risposte ad un quesito che, a fronte di eventi recenti come grandi spostamenti di popolazione, l’intensificarsi della crisi climatica, le instabilità politiche in tutto il mondo, si inserisce in un discorso politico e attualissimo. Ed il fatto che il tema sia stato proposto qualche mese prima della pandemia rende il ruolo questa Biennale ancora più funzionale.
Un’edizione, quindi, che invita gli architetti -ma risveglia anche la nostra attenzione– a riflettere, progettare, e reimmaginare la nostra esistenza per siglare -riprendendo le parole del suo curatore- un nuovo contratto con lo spazio, che diventa un contratto con la società. Proprio com’è successo nell’ultimo anno in cui abbiamo ristabilito la nostra presenza, creato nuove regole di convivenza collettiva, per poter tornare a vivere assieme nelle scuole, nelle piazze, nei musei.
“Attraverso l’architettura possiamo offrire modi alternativi di vivere insieme”.
Qualche numero:
114 i partecipanti in concorso alla Mostra Internazionale, provenienti da 46 Paesi;
5 le aree tematiche distribuite fra l’Arsenale e Il Padiglione Centrale ai Giardini;
17 gli eventi collaterali sparsi in diversi punti della città;
5 architetti per un progetto dedicato al gioco “How we will play together” a Forte Marghera;
62 Partecipazioni Nazionali in totale, 4 i nuovi paesi che parteciperanno per la prima volta (Repubblica dell’Azerbaigian, Grenada, Iraq e Uzbekistan).
F.M.