“Una lingua di terra dove il nuovo si mescola al vecchio”: con una citazione della storica dell’arte Angela Vettese partiamo alla scoperta della nostra Giudecca contemporanea, per entrare in contatto con un volto di Venezia fuori dall’ordinario e lontano dai comuni siti d’interesse.
Iniziamo dalla chiesa palladiana del Redentore, simbolo del voto religioso che fecero i veneziani per debellare la peste del 1575.
Primo pit stop godereccio all’osteria “Al Pontil” per provare i tipici cicchetti veneziani, polpette e mozzarelle in carrozza così come i deliziosi piatti della cucina casalinga di Pino. Vi accoglie un ambiente disteso e informale accompagnato dalle musiche della radio sempre accesa dietro al bancone.
A pochi passi ci troviamo davanti al GAD. Impossibile sbagliarsi! è proprio uno dei simboli di Venezia, la gondola, a contrassegnare la grande entrata del Giudecca Art District, polo artistico nato dal recupero di spazi industriali che oggi ospita progetti ed esibizioni dedicati all’arte contemporanea. A catturare l’attenzione immense gru e imbarcazioni del cantiere navale in lontananza; all’interno il caratteristico odore del legno e una penombra teatrale rendono lo spazio fortemente suggestivo e sperimentale.
Tappa da “Altanella” per i suoi piatti locali di prima qualità come baccalà mantecato, sarde e Bigoli in salsa -la tipica pasta veneta.
Seguite il motto della libreria Marco Polo “don’t look for love, look for books” ed entrate a cercare un libro, un grande classico, un’ultima uscita o acquistate la tote bag firmata “Le Malefatte” sostenendo la produzione di borse e accessori fatti a mano dalle detenute del carcere femminile della Giudecca.
Proseguite fino al Campo Junghans con i suoi edifici, contemporanei, opere di recupero dell’architetto Cino Zucchi. A pochi passi si apre uno spiazzo rettangolare con vecchi camini sui tetti delle case: la Corte dei Cordami, storica zona produttiva di corde per uso navale fino al 1995.
Gli artigiani che continuano a produrre, invece, aprono le porte dei loro laboratori al pubblico nell’ex Convento dei Santi Cosma e Damiano, dove è possibile vedere la lavorazione artistica del vetro, del metallo e della carta, così come acquistare un souvenir.
La passeggiata continua fino alla fabbrica di tessuti preziosi dell’eclettico Mariano Fortuny, artista spagnolo, pittore, stilista e scenografo. Sarebbe un sogno scoprire le tecniche che hanno reso famose le stoffe in tutto il mondo, ma i laboratori dello spazio manifatturiero -ancora operativo- rimangono chiusi al pubblico per preservarne i segreti. Lo showroom e il giardino sono visitabili su prenotazione.
Quasi all’estremità della Giudecca, merita attenzione il neogotico palazzo Molino Stucky -dirimpettaio dello stabilimento Fortuny- oggi lhotel della catena Hilton, un tempo fabbrica in cui veniva lavorato il grano.
Per un’esperienza ancora più completa Inside Venice consiglia:
- Harry’s dolci, dove godersi un apritivo o un tipico piatto veneziano affacciati al canale della Giudecca
- Osteria da Moro per un cicchetto in piedi accompagnato da ottimi vini
- L’elegante Villa Heriot e il suo giardino che affacciano sulla laguna sud, verso le isole degli Armeni, San Servolo e Le Grazie
- Una sosta al parco pubblico dell’isola che regala un panorama da cartolina
- A solo una fermata di distanza in vaporetto non perdetevi le attività organizzate dal progetto Le Stanze del Vetro dove è in corso fino al 10 gennaio 2021 la mostra “Venezia e lo Studio Glass Americano” (Isola di San Giorgio)