Fra le tante idee avvincenti che l’isolamento dei primi mesi del 2020 ha portato a galla, una è sorta dalla nostra laguna.
Dal 18 maggio, non appena l’Italia ha dato via libera ai ritrovi, un gruppo di ragazze ha iniziato ad uscire in barca con in testa solo una cosa: insegnare alle altre donne come spostarsi in laguna attraverso dritte che, visto il clima accogliente e la simpatia, risuonano più come dei consigli detti da un’amica di cui puoi -anzi, devi assolutamente!- fidarti; se non vuoi incappare in manovre pericolose o canali troppo bassi. Marta salta sù e si siede di fianco all’allieva -o cede il comando del motore se si esce con la sua barca- e inizia la lezione.
Loro sono le Fie a manetta, un modo di dire “a tutto gas”, e quest’anno sono diventate un’associazione sportiva.
In una lezione si scoprono tecniche e segreti che, si voglia o no, si imparano solo da un veneziano o da chi la laguna la conosce come le proprie tasche (o quasi). Perché per saper navigare a Venezia non basta avere la patente o essere uscito un paio di volte in compagnia di genitori o amici esperti. Sapere quali canali è meglio evitare, conoscere le zone dove si rischia di rimanere incagliati quando la marea è più bassa, imparare le giuste manovre, memorizzare i punti dove i pescatori stendono le reti, sono alcune delle prerogative necessarie per spostarsi in sicurezza in laguna.
Qui l’aspetto della socialità e dell’inclusione hanno un peso importantissimo, senza il quale l’Associazione, ci conferma Marta, non avrebbe senso di esistere. E lo percepiamo benissimo già dal primo incontro, ad esempio, conoscendo Alice che sa perfettamente condurre una barca ma, come la maggior parte delle persone che partecipa a queste uscite, vuole acquisire più sicurezza, e Susy, esperta vogatrice, che ha chiesto di percorrere assieme un canale antico per non avere sorprese indesiderate o sbagliare direzione quando domani dovrà attraversarlo da sola.
Ci auguriamo assieme a Le Fie (ragazze, in dialetto veneziano) che la laguna diventi sempre più uno spazio anche a misura di donna, che ci sia più attenzione per l’uso privato e cittadino delle imbarcazioni perchè sono pochi i posti in cui ci si può fermare comodamente vicino ai servizi utili. Che il Comune, ad esempio, possa creare dei nuovi punti di ormeggio vicino a dove si va a fare la spesa e vicino alla scuole.
La sede dell’ A.S.D. è ora in sistemazione nella zona sportiva di sacca Fisola, nell’isola della Giudecca, che già ospita campi da tennis e un bocciodromo. Oltre ad essere un punto di riferimento fisico per i soci e luogo di aggregazione, qui si terranno i corsi teorici in via di programmazione. Il tema? Come resistere agli stereotipi, in altre parole: sapersi muovere in laguna anche se ti chiami Sofia, Giulia o Beatrice.
È bello sapere che non si è mai soli, che sono tante le donne, ma anche qualche ragazzo –sono tutti benvenuti!!– a voler imparare. E che assieme, se condivise, le cose riescono meglio e le insicurezze vengono abbattute.
F.M.