Siamo andati a visitare la mostra “De’ Visi Mostruosi e Caricature. Da Leonardo da Vinci a Bacon”, aperta nella splendida sede di Palazzo Loredan (che ospita la Fondazione Ligabue).
L’esposizione condensa ritratti di visi deformi, caricature e visioni deformanti del volto, in un percorso che si snoda attraverso oltre 75 opere di musei e collezioni private europee.
Tra queste spicca una notevole collezione di opere di Leonardo e precisamente 18 disegni, esposti per la prima volta in Italia.
Tali lavori esprimono una fascinazione da parte del Genio per il grottesco, inteso non solo e non tanto come esagerazione, nella fattispecie anatomica, quanto piuttosto come “diverso”.
I volti deformi presentano tratti somatici spesso ricorrenti tra i vari artisti, quasi a segnare un percorso storico artistico lineare, che si snoda in una continuità “settentrionale” tra Umanesimo e Serenissima, nell’esplorazione del grottesco e del caricaturale.
Interessanti le caricature del Tiepolo e dei suoi allievi, risalenti al XVIII secolo, che si pongono in collegamento con la tradizione musicale e teatrale veneziana, ma soprattutto appaiono influenzate dalla ricerca leonardesca, come rilevato anche nel catalogo edito da Marsilio.
Di notevole rilievo anche la collezione di disegni del Carracci, dove l’esplorazione della deformità si iscrive nel quadro del naturalismo che animava il pittore bolognese.
“Diverse” sono le teste grottesche e “diversa” è la figura di Bacon, esposto in tre opere del 1965, i Tre studi per un ritratto di Isabel Rawsthorne, dove la deformità diventa poetica pittorica e la forma viene manipolata e deformata in una visione meta-realistica del volto, condizionata dal fluire dell’esperienza emotiva inconscia. Visione che implica una trasformazione di forma e contenuto, ben visibile nella sequenza delle opere.
G.B.R.