È proprio vero che la gondola è come Venezia: sta a galla per una questione di equilibrio. Questa città è tutta storta ed irregolare, eppure è riuscita a trovare un punto perfetto di stabilità.
È un posto speciale quello dello Squero Tramontin, dove la sensazione non è quella di entrare un cantiere qualsiasi, ma piuttosto si ha l’impressione di varcare la porta di casa di qualcuno. Già, perché in questa riva è da più di 136 anni che la famiglia Tramontin produce e ripara gondole artigianali riconoscibili dalla loro firma sulla caenèa -pezzo di legno applicato a poppa- fatta da tre triangoli piccoli e due più grandi a coda di rondine.
È qui che Domenico T., il fondatore della ditta, a fine Ottocento realizzò con grande innovazione le prime gondole asimmetriche che consentivano ai gondolieri di navigare in modo molto più fluido e di girarsi facilmente anche nei canali più stretti vogando con un solo remo.
Tutt’ora le imbarcazioni sono realizzate su misura in base al peso e l’esigenza di chi le conduce. Ogni pezzo è diverso dagli altri ed è per questo che si dice che ogni gondola possegga un’anima e delle vibrazioni proprie.
È una tradizione che si tramanda da padre in figlio da 5 generazioni che Elena ed Elisabetta hanno deciso di non abbandonare dopo essersi trovate da sole, in seguito alla scomparsa del padre Roberto nel 2018. Coraggio e tenacia, ma specialmente l’amore per questa storica arte di famiglia, hanno spinto le due sorelle a rilanciare l’attività facendosi spazio in quello notoriamente considerato un ambiente a predominanza maschile. Come? Lo spiegano loro “comunicando la professionalità con i fatti”.
Su appuntamento è possibile visitare lo squero, farsi guidare dagli aneddoti unici di Elena e nel contempo ammirare Elisabetta al lavoro, nel bel mezzo di una riparazione.
F. M.