Francesco e Zaira sono il duo creativo dietro The Freaky Raku, uno studio di ceramica che fonde l’antica arte giapponese del raku con un tocco contemporaneo e anticonvenzionale. Il progetto è nato inizialmente dalla necessità di realizzare suppellettili per il lavoro di fotografia still life di Zaira, ma si è poi evoluto in un’impresa artistica fiorente. Francesco, ceramista autodidatta, e Zaira, fotografa e stylist, trovano ispirazione nell’ambiente veneziano, creando pezzi che celebrano la bellezza e l’unicità dell’imperfezione. In vista dell’uscita della collezione esclusiva The Freaky Raku x Inside Venice, siamo andati a trovare nel loro laboratorio nella Riviera del Brenta per farci raccontare del loro percorso, dell’influenza della laguna di Venezia sul loro lavoro, e della filosofia che guida il loro processo creativo.

Francesco, come è iniziato il tuo percorso e cosa rappresenta per te la ceramica?
Francesco: Tutto è iniziato da bambino, guardando i ceramisti lavorare alle fiere, ma è diventata una vera passione quasi per caso. Zaira, la mia compagna, aveva bisogno di oggetti e props per la sua fotografia di still life, e ci siamo detti: “Perché non crearli noi stessi?” Così ho deciso di seguire un corso di decorazione ceramica, imparando le basi degli smalti. Ho preso in prestito un tornio e ho persino costruito il mio primo forno. Per me, la ceramica è molto più di un mestiere: è un linguaggio, un mezzo espressivo che sto ancora imparando, modellando le idee e i desideri in forme concrete.
Il vostro progetto si chiama The Freaky Raku. Qual è la storia dietro questo nome?
Francesco: Il nome viene da una canzone dei Die Antwoord chiamata I Fink You Freaky. È un inno giocoso alla bellezza delle cose anticonvenzionali, persino strane. Per noi, “freaky” rappresenta l’unicità, le imperfezioni e tutto ciò che è insolito. Nella ceramica, questo si traduce in pezzi che portano con sé alcuni difetti—come un piatto scheggiato che magari non si adatta più a far parte di un servizio, ma che proprio per questo acquista una personalità unica. Celebriamo queste imperfezioni perché aggiungono carattere e valore agli oggetti. Il nostro lavoro si basa su questo concetto, rendendo ogni pezzo un po’ “freaky” e irripetibile a modo suo.




Utilizzate la tecnica del raku, che ha radici nell’arte della ceramica giapponese. Perché avete scelto questo metodo, cosa vi affascina?
Francesco: Il raku ha una storia affascinante. Come tecnica di cottura, è stata sviluppata nel XVI secolo per la cerimonia del tè giapponese, fortemente influenzata dalla filosofia Zen e dal buddismo. Si dice che questa tecnica sia nata quasi per caso, grazie a un artigiano chiamato Chojiro. L’estetica Wabi-Sabi, che abbraccia l’imperfezione e la transitorietà, è qualcosa che sentiamo molto vicino. La cosa che più mi attrae del raku è la sua imprevedibilità: ogni cottura è un evento unico. Combiniamo forze primordiali come fuoco, acqua, aria e terra, in un processo dove il controllo si intreccia con il caso, dando vita a oggetti irripetibili. Il raku permette di ottenere rapidamente ceramiche dall’aspetto “vissuto”, utilizzando argille sabbiose e una tecnica che prevede di estrarre i pezzi dal forno alla massima temperatura. Lo shock termico che segue crea crepe nello smalto e patine di fumo, effetti che aspettiamo sempre con curiosità.
Ci raccontate le fasi della cottura raku?
Francesco: Il processo è molto manuale. Iniziamo modellando i pezzi e lasciandoli asciugare naturalmente. Poi, vengono sottoposti a una prima cottura chiamata “biscotto”. Dopo averli smaltati, si passa alla fase cruciale: la seconda cottura. Qui, il forno raggiunge circa 900–1.000°C e, una volta estratti, i pezzi incandescenti vengono collocati in un contenitore con materiali combustibili, come segatura o foglie. Questo crea un ambiente privo di ossigeno, che produce le tipiche crepe nello smalto e la patina fumosa che caratterizzano le ceramiche raku. La tensione tra calore e raffreddamento improvviso dà vita agli effetti craquelé che rendono ogni pezzo unico.




La Laguna di Venezia gioca un ruolo importante nel vostro processo creativo. In che modo vi ispira questo ambiente?
Zaira: La laguna è il nostro rifugio. La esploriamo spesso in barca, immergendoci nei suoi paesaggi tranquilli, quasi sospesi nel tempo. I toni delicati dell’acqua, i viola accesi dei fiori di Limonio, i grigi terrosi del fondale: tutto è una fonte continua di ispirazione. Per noi, non è solo un luogo, ma uno stato d’animo. Ci permette di rallentare, osservare la natura, e tradurre quel minimalismo e quella tranquillità nelle nostre ceramiche. Le forme che creiamo sono spesso influenzate da quelle tradizionali giapponesi, ma la semplicità e la bellezza naturale della laguna ispirano le nostre scelte cromatiche e il design complessivo, in cui si fondono estetiche veneziane e scandinave.
Una delle vostre collezioni “Barena”, è proprio legata alla Laguna di Venezia.
Francesco: Sì, la collezione “Barena” ha un significato speciale per noi. Utilizziamo argilla che raccogliamo direttamente dai banchi di sabbia della laguna, la stessa che i ceramisti veneziani usavano secoli fa. Sentiamo un forte legame con il passato lavorando con questa argilla. La prima volta che l’abbiamo cotta, i pezzi sono usciti con sfumature di rosa tenue, grazie ai minerali presenti nell’argilla salmastra. È stato come continuare una tradizione veneziana antica. Ogni pezzo porta con sé lo spirito della laguna, ed è questo che lo rende così significativo per noi.



Zaira, come fotografa e stylist giochi un ruolo chiave nella direzione creativa di The Freaky Raku. In che modo il tuo background influenza il tuo lavoro con la ceramica?
Zaira: La fotografia mi ha insegnato a trovare la bellezza nei dettagli, specialmente in ciò che è imperfetto o trascurato. Quando abbiamo iniziato a creare le nostre ceramiche, è stato naturale per me cercare quelle stesse qualità che ricercavo nei props per le mie composizioni di still life: pezzi che sembrano vissuti, che raccontano una storia. Oggi mi occupo della comunicazione e della parte concettuale delle nostre collezioni, ma amo anche smaltare e modellare. Ogni aspetto del nostro lavoro passa attraverso la mia visione prima di essere presentato, sia che si tratti di come appare in una foto, sia di come si inserisce nella narrazione del nostro brand.
Venezia è chiaramente una fonte centrale di ispirazione per il vostro lavoro. Cosa significa per te questa città?
Zaira: Venezia è casa, nel senso più profondo del termine. È un luogo dove il tempo sembra scorrere a un ritmo diverso, e c’è una sorta di magia che permea tutto. Crescere qui mi ha dato un apprezzamento unico per la bellezza, la storia e l’imperfezione—elementi che si riflettono in tutto quello che faccio. Amo come l’acqua salata lascia segni sulle pietre e come gli edifici invecchiano con grazia sotto il peso del tempo. La fragilità della città è ciò che la rende così speciale per me. Non è solo un luogo fisico; è un paesaggio emotivo e creativo che è sempre presente nel mio processo mentale. Che stia facendo un lavoro di styling per una foto o modellando un pezzo di ceramica, Venezia è sempre lì, a guidare le mie scelte.
Guardando al futuro, cosa c’è in serbo per The Freaky Raku?
Francesco: Ci stiamo espandendo e questo è molto bello, ma vogliamo continuare a mantenere l’unicità di ogni pezzo. Mentre continuiamo a perfezionare la nostra estetica, siamo anche entusiasti di esplorare nuove possibilità con i materiali che ci circondano, che si tratti di utilizzare più argilla della laguna o di sperimentare con elementi naturali locali nei nostri smalti. Ogni giorno è una nuova scoperta.