{"id":16051,"date":"2023-05-02T18:09:57","date_gmt":"2023-05-02T16:09:57","guid":{"rendered":"https:\/\/www.insidevenice.it\/?p=16051"},"modified":"2024-04-22T16:37:16","modified_gmt":"2024-04-22T14:37:16","slug":"cristina-cappellari-x-gli-incurabili","status":"publish","type":"post","link":"https:\/\/www.insidevenice.it\/cristina-cappellari-x-gli-incurabili\/","title":{"rendered":"Cristina Cappellari X Gli Incurabili"},"content":{"rendered":"\n

Cristina Cappellari \u00e8 co-founder di Studio Saor, uno studio \u2013 e, dal 2021, anche una bottega \u2013 di architettura illustrata immerso nel cuore di Cannaregio, tra Campo Santi Apostoli e la chiesetta dei Miracoli. Originaria di Bassano, vive a Venezia da diciassette anni, prima come studentessa di architettura, poi da lavoratrice pendolare verso la terraferma, e infine da libera professionista e imprenditrice. Cristina ci ha raccontato com\u2019\u00e8 arrivata a Venezia, il suo rapporto con la citt\u00e0, le sue passioni, le sue ispirazioni, e i suoi auspici, rivelando un amore viscerale per Venezia e la sua dimensione umana.<\/em><\/p>\n\n\n\n

INTERVISTATA DA VALERIA NECCHIO<\/em>
FOTO DI CRISTINA CAPPELLARI \/ RITRATTI DI VALERIA NECCHIO<\/em><\/p>\n\n\n\n

Ascolta la playlist di Cristina x Gli Incurabili<\/a><\/strong><\/p>\n\n\n\n

V: Partiamo dall\u2019inizio della tua storia con Venezia. Da dove \u00e8 iniziato tutto e in che momento collochi quella prima epifania, il momento in cui hai capito che questo posto aveva qualcosa in cui ti riconoscevi?<\/strong><\/p>\n\n\n\n

C: Era 2005. Mi sono ritrovata in una giornata di sole di settembre a Santa Marta per il test di architettura allo IUAV, circondata da un sacco di gente. Mi sono detta: questo posto mi piace. E da l\u00ec \u00e8 partito tutto, non sono pi\u00f9 andata via. Sono una delle poche del mio gruppo a essere rimasta. Mi sentivo a mio agio, libera, immersa in un’atmosfera molto rilassata. Sono passati 17 anni e non me ne sono neanche accorta.<\/p>\n\n\n\n

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V: Com’era la citt\u00e0 in quegli anni?<\/strong><\/p>\n\n\n\n

C: Era diversa. Viverla da studentessa \u00e8 un’altra cosa, sei in una bolla, il che \u00e8 bellissimo. Certo, io non la percepivo cos\u00ec piena, ecco. Non sentivo l’ansia delle masse di gente, cosa che adesso, da professionista, un po\u2019 subisco. La testa non \u00e8 pi\u00f9 cos\u00ec libera e frivola, quindi ci si accorge di pi\u00f9 delle sue complessit\u00e0 e delle sue difficolt\u00e0. La percezione \u00e8 che stia soffrendo parecchio. E vorrei fare qualcosa. Ma ci arriveremo dopo. <\/p>\n\n\n\n

\u201cCapita anche a me di arrabbiarmi ma poi mi dico: stai calma, cerca di condividere. Spiega. Magari raccontando perch\u00e9, a volte, sembriamo cos\u00ec arrabbiati. Fai in modo di migliorare la cosa, non ignorarla.\u201d<\/p><\/blockquote><\/figure>\n\n\n\n

V: Che rapporto hai con la venezianit\u00e0? <\/strong><\/p>\n\n\n\n

C: Per me la venezianit\u00e0 \u00e8 il piccolo ma allo stesso tempo il grande, il fatto che puoi conoscere persone da tutto il mondo pur stando in un paesotto in cui ci si incrocia per strada e si va negli stessi posti con le stesse persone tutti i giorni. E\u2019 il ritmo lento, legato al movimento dell’acqua, a certi rumori, a certi tipi di luce, al camminare. Non sei su una macchina che sfreccia sulla statale, sei tu che ti muovi all’interno della citt\u00e0, la senti e la assorbi quando ci cammini, vedi come cambia la luce, i colori e i suoni nelle varie ore del giorno. <\/p>\n\n\n\n

Il rapporto con i suoi abitanti \u00e8 pi\u00f9 complesso. Mi infastidisce la pigrizia, la rassegnazione e la negativit\u00e0 di alcuni\u2026\u00e8 una cosa che ho sempre timore che prenda anche me, perch\u00e9 non voglio diventare la classica veneziana lamentosa, frustrata, arrabbiata con l’altro. Mi ritengo fortunata a vivere qui e penso che chi ha questa fortuna debba avere la volont\u00e0 di mantenerla viva, vitale e di non farla morire, e spesso mi sembra ci sia poca consapevolezza, poca propositivit\u00e0 e molto lamento. Capisco che per chi fa un lavoro come il mio, a contatto col turista, non sia facile e possa essere frustrante. Per\u00f2 credo che ci si possa impegnare per essere un po\u2019 pi\u00f9 accoglienti. Capita anche a me di arrabbiarmi ma poi mi dico: stai calma, cerca di condividere. Spiega. Magari raccontando perch\u00e9, a volte, sembriamo cos\u00ec arrabbiati. Fai in modo di migliorare la cosa, non ignorarla. <\/p>\n\n\n\n

Poi, chiaro, ci sono degli aspetti della venezianit\u00e0 \u201cumana\u201d che sono bellissimi, come la condivisione. Penso al Redentore o alla sagra, ai tavoli condivisi con i vicini, al vivere insieme lo spazio vitale \u2013 che sia la corte, che sia il quartiere. Penso che se fosse una citt\u00e0 meno incasinata sarebbe ancora fattibile, e le persone sarebbero ancora pi\u00f9 ben disposte, perch\u00e9 c\u2019\u00e8 la voglia di farlo da parte di tutti. Anche perch\u00e9 \u00e8 una citt\u00e0 dove \u00e8 difficilissimo ignorarsi. Si vive tanto vicini, qui, c\u2019\u00e8 una densit\u00e0 intensa, si sentono i rumori dei vicini, ci si sfiora per strada, ci si incrocia, ci si guarda negli occhi quando si cammina, e sentirsi ignorati \u00e8 davvero triste, va contro la logica di questo luogo. <\/p>\n\n\n\n

Quindi quando vedo la mia dirimpettaia che si affaccia alla finestra nello stesso momento in cui lo faccio io e mi sorride, capisco che c\u2019\u00e8 questa inclinazione a riconoscere l\u2019altro, \u00e8 naturale. Lo abbiamo scoperto anche quando abbiamo aperto la bottega. Aprirla in una zona come Cannaregio, in un luogo in cui c’\u00e8 ancora un panificio, c’\u00e8 ancora una cartoleria, c’\u00e8 comunit\u00e0, mi ha fatto accorgere fin dai primi giorni che c\u2019era questa curiosit\u00e0. Avevamo il vicinato che veniva a dirci che bello, che bravi, siamo contenti che ci siete voi qui. E\u2019 stato un bel momento.<\/p>\n\n\n\n

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V: Facciamo un piccolo passo indietro. Raccontami com\u2019\u00e8 nato il progetto di Studio Saor e poi la bottega. <\/strong><\/p>\n\n\n\n

C: Un po\u2019 a caso, da passioni personali mie e di Ferruccio (co-founder di Studio Saor, ndr<\/em>) nel periodo in cui stavamo scrivendo la tesi. La nostra formazione \u00e8 sia in architettura che, in parte, in urbanistica. E da parte di entrambi c\u2019era lo stimolo a lavorare su qualcosa di nostro. <\/p>\n\n\n\n

Ci piaceva osservare quello che ci circondava, e un giorno ci siamo detti: perch\u00e9 non cominciamo a rappresentare quello che vediamo a Venezia, a modo nostro? L’idea iniziale \u00e8 stata quella di creare un nostro isolario<\/em> delle isole della laguna, tutte rappresentate nella stessa scala, per poterle comparare e per mostrare cosa sono adesso rispetto alla funzione originaria. <\/p>\n\n\n\n

L\u00ec abbiamo capito che ci piaceva fare le cose in serie, metterle in ordine. Abbiamo sviluppato tutto il progetto con questo metodo di catalogazione, usando la stessa scala, lo stesso modo di rappresentazione, anche per i palazzi, le chiese e i ponti. E questo esercizio ci ha fatto conoscere la citt\u00e0. Ci \u00e8 sempre piaciuta l’idea del capire come \u00e8 nata, come si \u00e8 evoluta, partendo dai punti notevoli \u2013 la chiesa, il campo, il pozzo, la parte residenziale intorno, e poi la parrocchia, il quartiere, l\u2019isola \u2013 e infine i ponti, che uniscono tutti questi microcosmi. <\/p>\n\n\n\n

Da l\u00ec, abbiamo pensato: perch\u00e9 non ne facciamo qualcosa di pi\u00f9 divulgativo? Siamo circondati da rappresentazioni della citt\u00e0 \u2013 i souvenir \u2013 che sono banali, generalisti. Noi la stavamo analizzando, la stavamo scoprendo. Perch\u00e9 non condividere questa cosa con gli altri, magari contribuendo a far capire che \u00e8 molto pi\u00f9 ricca, pi\u00f9 varia e pi\u00f9 complessa di quello che sembra? Il souvenir \u00e8 un modo facile per fare tutto questo, ma le conversazioni che si innescano \u2013 anche banalmente rispetto al modellino del Mose, di cui la gente ci chiede e che ci permette di parlare delle acque alte, del cambiamento climatico \u2013 sono interessantissime. <\/p>\n\n\n\n

\u201cCi piaceva osservare quello che ci circondava, e un giorno ci siamo detti: perch\u00e9 non cominciamo a rappresentare quello che vediamo a Venezia, a modo nostro?\u201d <\/p><\/blockquote><\/figure>\n\n\n\n

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V: Raccontaci come siete passati da progetto astratto a bottega. Non dev\u2019essere stato semplice. <\/strong><\/p>\n\n\n\n

C: Lo abbiamo lanciato al pubblico nel 2016 con un market, che \u00e8 stato anche il primo momento in cui anche noi ci siamo confrontati con altre persone \u2013 artigiani, designer, artisti \u2013 e abbiamo cominciato a capire cosa si muoveva in citt\u00e0. Da l\u00ec, ci siamo messi online. Era ancora un progetto parallelo alle nostre occupazioni principali ma volevamo farlo crescere. Poi abbiamo cominciato con i rivenditori: librerie o concept store che ci hanno offerto la loro vetrina per esporre il nostro lavoro. Poi i bookshop dei musei, che \u00e8 stato un ottimo modo per testare un prodotto e capire se poteva funzionare. E infine la bottega. Ed effettivamente, per quello che vediamo, funziona. Abbiamo la fortuna di essere in una zona di alto passaggio, di avere una vetrina un po\u2019 diversa e che salta all\u2019occhio. E questo \u00e8 quello che dico quando qualcuno mi chiede quali sono le difficolt\u00e0 nell\u2019aprire la propria attivit\u00e0 a Venezia: si pu\u00f2 fare, non \u00e8 neanche cos\u00ec difficile farlo, perch\u00e9 siamo in un posto cos\u00ec pieno di cose tutte uguali, che appena proponi una cosa leggermente diversa e ben fatta si nota e funziona, la gente \u00e8 incuriosita, entra e chiede e vuole supportarti.<\/p>\n\n\n\n

V: Come avete trovato lo spazio?<\/strong><\/p>\n\n\n\n

C: Col passaparola, dopo averne viste di tutti i colori \u2013 spesso capita che i proprietari non siano molto interessati al progetto, chi paga l\u2019affitto pi\u00f9 alto si accaparra lo spazio. Fortunatamente, la persona che abbiamo trovato ci \u00e8 venuta incontro \u2013 si parlava del 2021, quindi post-pandemia \u2013 e ci ha dimostrato che gli faceva piacere darlo a noi perch\u00e9 gli sembrava di contribuire a qualcosa di bello per la citt\u00e0. <\/p>\n\n\n\n

V: Questa cosa del passaparola <\/strong>rivela proprio la dimensione da villaggio di Venezia, tra l’altro.<\/strong><\/p>\n\n\n\n

C: Ma infatti, anche questa \u00e8 una cosa che mi piace. C’\u00e8 un sottofondo di persone che ha voglia di aiutarsi l’un con l’altra, e la stessa cosa accade con le case per i residenti \u2013 altro tema caldo. Ci si fa forza a vicenda e si gioisce dei rapporti coltivati. <\/p>\n\n\n\n

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V: Raccontami le tue cose preferite da fare in una giornata libera.<\/strong><\/p>\n\n\n\n

C: Torno sull\u2019idea di vita lenta, del camminare. Svegliarsi tardi, fare colazione in una di quelle pasticcerie vecchia scuola come Rizzardini<\/strong>, comprare i fiori al chiosco dell\u2019Accademia, e andare al mercato, incrociare qualcuno e fermarsi a mangiare un cicchetto ai Do Mori, all\u2019Arco<\/strong>. Tornare a casa, cucinare, e poi magari fare la passeggiata alle Zattere<\/strong> al pomeriggio, o una passeggiata pi\u00f9 lunga per arrivare in fondo a San Pietro di Castello con tappe in via Garibaldi<\/strong> \u2013 un luogo in cui la venezianit\u00e0 \u00e8 ancora preponderante \u2013 tornando con la luce del tramonto. E il Lido d\u2019estate. Sono tanti anni che non faccio vacanze e quindi il Lido<\/strong> \u00e8 diventato anche il mio luogo di sfogo di quel giorno alla settimana in cui voglio prendermi un libro, un ombrellone e stare in pace. <\/p>\n\n\n\n

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V: Anche perch\u00e8 poi per il resto c\u2019\u00e8 una socialit\u00e0 preponderante.<\/strong><\/p>\n\n\n\n

C: Si incrocia sempre qualcuno. E\u2019 una socialit\u00e0 fatta all’aperto, quindi dovunque andrai, troverai qualcuno con cui fermarti, fare due chiacchiere, bere un bicchiere. Stiamo fuori perch\u00e9 ci fa stare bene, ma anche perch\u00e9 le case, gli spazi, soprattutto per la nostra generazione, sono limitati.<\/p>\n\n\n\n

Che \u00e8 una cosa che mi viene spesso chiesta, vedendo le case: come fai a vivere in degli spazi cos\u00ec ridotti? Certo, devi imparare a gestirti bene, impari a tenere tutto al suo posto, ma non ho mai trovato difficolt\u00e0 a ritrovarmi nel piccolo, perch\u00e9 l’ho sempre trovato accogliente. A me non interessa la comodit\u00e0 se questa implica stare in un posto diverso da questo, preferisco stare scomoda (che poi, fare le scale e portare le borse a piedi \u00e8 una scomodit\u00e0 relativa), ma stare qui, vivere questa vita qui. <\/p>\n\n\n\n

Io, al contrario, mi chiedo come dev\u2019essere venire a Venezia, se arrivi, che so, dagli Stati Uniti, che sensazione provi? Immagino lo shock di chi arriva qui per la prima volta. Effettivamente se chi ci viene ed \u00e8 abituato alla casa grande, alla macchina grande, agli ipermercati, immagino che si senta in difficolt\u00e0 e fatichi a comprendere come ci riusciamo a vivere.<\/p>\n\n\n\n

V: Trovo le tue riflessioni affascinanti e rispecchiano molto come mi sento anch\u2019io rispetto alla citt\u00e0. Quindi mi viene da chiedermi se allora non ci sia qualcosa che ci predispone a questo essere INCURABILI, ovvero a diventare queste persone che si innamorano di questa citt\u00e0 e poi trovano tutto il resto un po\u2019 alienante.<\/strong><\/p>\n\n\n\n

C: Non lo so, \u00e8 una cosa un po\u2019 magica, non la so spiegare. Siamo certamente circondate dal bello, che \u00e8 un bello particolare, un po\u2019 sporco, un po\u2019 decadente, ma comunque bello. C’\u00e8 l’acqua, c’\u00e8 la luce, i colori particolari che trovi solo qui. C\u2019\u00e8 il fatto che \u00e8 intima e internazionale. E\u2019 un insieme di tante piccole cose che creano uno stile di vita, per noi, perfetto. Certo, devi vederle, queste piccole cose. Devono essere importanti per te. Non \u00e8 per tutti.<\/p>\n\n\n\n

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V: Dimmi del tuo prossimo progetto.<\/strong><\/p>\n\n\n\n

C: Ci piacerebbe aprirci, applicare il nostro metodo per osservare altre citt\u00e0. E poi, vorremmo usare delle basi del nostro lavoro per accogliere altri illustratori, designer e artisti veneziani per vedere con i loro occhi il nostro metodo. Il bisogno che sento \u00e8 quello di coinvolgere altre persone. Io prima di aprire il negozio mi sentivo un po\u2019 annoiata a star qui, ero pi\u00f9 chiusa. Adesso sono super stimolata, vedo un sacco di persone, anche grazie a tutte le inziative che stanno nascendo, come How Do We Meet<\/em> e questo progetto.<\/p>\n\n\n\n

\u201cDal post-pandemia, si stanno creando comunit\u00e0 di gente nuova molto interessanti e attive, e mi rende fiduciosa, mi fa venire voglia di fare, di contribuire a dare una direzione diversa alla citt\u00e0, di cambiare quello che non mi piace.\u201d<\/p><\/blockquote><\/figure>\n\n\n\n

V: Che sono tutti movimenti dal basso, che partono da persone che condividono una visione comune, che ci tengono.<\/strong><\/p>\n\n\n\n

C: S\u00ec, e questa era proprio una cosa di cui c’era bisogno. Sono molto felice di questo perch\u00e9, dal post-pandemia, si stanno creando comunit\u00e0 di gente nuova molto interessante e attiva e mi rende fiduciosa e mi fa venire voglia di fare, di contribuire a dare una direzione diversa alla citt\u00e0, di cambiare quello che non mi piace. Avendo conosciuto sia chi ci \u00e8 nato che chi ci \u00e8 arrivato, ho la sensazione che saranno soprattutto i secondi a innescare il cambiamento, perch\u00e9 ci teniamo, abbiamo capito cosa manca, cosa deve accadere. <\/p>\n\n\n\n

V: Quindi l\u2019auspicio per la citt\u00e0 \u00e8: meno lamenti, pi\u00f9 azioni collettive concrete. <\/strong><\/p>\n\n\n\n

C: Esatto. Muoviamoci, facciamo cose, facciamolo anche insieme a chi viene da fuori per portare nuovi stimoli e continuare ad aprirci al mondo in modo intelligente. La collettivit\u00e0 \u00e8 la lente attraverso la quale vedere il futuro di Venezia, altrimenti se ci chiudiamo nella nostra individualit\u00e0, ognuno guardando al proprio orticello, non andremo lontano. Evviva le cose fatte insieme.<\/p>\n\n\n\n

Cristina su Instagram<\/a> | Studio Saor su Instagram<\/a> | Sito<\/a><\/p>\n","protected":false},"excerpt":{"rendered":"

Cristina Cappellari \u00e8 co-founder di Studio Saor, uno studio \u2013 e, dal 2021, anche una bottega \u2013 di architettura illustrata immerso nel cuore di Cannaregio, tra Campo Santi Apostoli e…<\/p>\n","protected":false},"author":1,"featured_media":16082,"comment_status":"closed","ping_status":"closed","sticky":false,"template":"","format":"standard","meta":{"inline_featured_image":false,"footnotes":""},"categories":[95],"tags":[926,117],"powerkit_post_featured":[],"yoast_head":"\nCristina Cappellari X Gli Incurabili - Inside Venice<\/title>\n<meta name=\"description\" content=\"Cristina Cappellari \u00e8 co-founder di Studio Saor, uno studio \u2013 e, dal 2021, anche una bottega \u2013 di architettura illustrata immerso nel cuore di Cannaregio, tra Campo Santi Apostoli e la chiesetta dei Miracoli.\" \/>\n<meta name=\"robots\" content=\"index, follow, max-snippet:-1, max-image-preview:large, max-video-preview:-1\" \/>\n<link rel=\"canonical\" href=\"https:\/\/www.insidevenice.it\/cristina-cappellari-x-gli-incurabili\/\" \/>\n<meta property=\"og:locale\" content=\"it_IT\" \/>\n<meta property=\"og:type\" content=\"article\" \/>\n<meta property=\"og:title\" content=\"Cristina Cappellari X Gli Incurabili - 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