Dove, se non a Venezia, che già gli aveva dedicato una sala durante la Biennale del 1950, si poteva concepire una mostra così ambiziosa come Henri Rousseau, Il Candore Arcaico? Frutto dell’ennesima collaborazione, oramai più che rodata, tra il MU VE e il Musée d’Orsay di Parigi, il progetto espositivo intende gettare una nuova luce sull’opera di un pittore a lungo ignorato dalla critica, a lungo considerato una sorta di outsider, quasi un idiot savant della pittura, ma molto amato dai “colleghi”.
Il percorso espositivo inserisce organicamente l’opera di Rousseau nel più ampio movimento delle avanguardie storiche dei primi del Novecento. Non stupitevi, dunque, se i trentotto dipinti di Rousseau si relazionano in un gioco di rimandi e riverberi con un’altra sessantina circa di dipinti di Gauguin, Valloton, Cézanne, Odilon Redon, Max Ernst, Seurat, Signac, Kandinskij, Klee, Morandi, Carrà. Un repertorio di opere chiave del primo Novecento che condividono con l’opera del “Doganiere” un sogno: ritrovare l’innocenza perduta, dipingere come non si era mai dipinto, al di fuori da ogni convenzione pittorica del figurativo.Tecniche elementari e primitivistiche che rendono su tela quel “candore” smarrito, il ritorno alle origini.
Ecco quindi i grandi ritratti di dame e bambini, piatti come carte da gioco, i quadretti elementari quasi come degli ex voto, le nature morte e i paesi fiabeschi, i cieli solcati da aeroplani e dirigibili che sembrano dei modellini giocattolo, i colori arbitrari e bizzarri. Imperdibile la sala che ospita sei delle famosissime giungle, fantasie botaniche esotiche e oniriche, senza alcuna prospettiva, che Rousseau concepisce a pochi passi da casa, ritraendo liane, agavi e felci del Jardin des Plantes di Parigi.
La mostra si conclude mettendo in scena il famoso banchetto che Pablo Picasso organizzò in suo onore nel 1908, nello storico studio parigino di Rue Ravignac, dopo aver acquistato il suo “Ritratto di donna”. Il dipinto di Rousseau è esposto di fronte a “La bouteille de Bass” di Picasso, in una stanza in cui riecheggiano i versi del poema che Guillaume Apollinaire dedicò a Henri Rousseau durante il celebre banchetto e le note del valzer “Clemence“, composto dallo stesso Doganiere e suonato in quell’occasione.
Henri Rousseau. Il candore arcaico
Palazzo Ducale, Venezia
Appartamento del Doge
06 marzo > 06 settembre 2015
Orari
Da domenica a giovedì 09.00 / 19.00
Venerdì e sabato 09.00 / 20.00
C.S.