Ci sono voluti quasi cinquecento anni, ma quanto affermato dal fondatore della storia dell’arte Giorgio Vasari viene finalmente smentito pubblicamente: i veneziani (artisti) sapevano disegnare, eccome.
La poesia della luce. Disegni veneziani della National Gallery of Art di Washington mette in mostra al Museo Correr circa la metà della più grande collezione al mondo di disegni della Serenissima Repubblica: 138 opere selezionate per la loro rilevanza artistica e lo stato di conservazione vi condurranno attraverso una delle più affascinanti avventure artistiche dell’uomo.
Venezia come luogo di produzione, ma anche luogo di ispirazione duraturo e forse perenne. Chi avrà la fortuna di ammirarli non potrà non notare che quanto è impresso in quei fogli bianco crema veneziano e azzurro non sono delle bozze, delle idee appena schizzate, disegni preparatori, modelli e studi per la bottega, ma delle opere d’arte finite in sé. “Una poesia della luce” fatta di linee, ombre, chiaroscuri, scale cromatiche, lumeggiature che torniscono figure di un’assoluta modernità senza tempo. I disegni coprono un arco temporale compreso tra Quattrocento e Ottocento. Si parte con Badile, Bellini e Mantegna per arrivare all’”illustre straniero” John Singer Sargent, passando per Carpaccio, Giorgione, Lotto, Tiziano, Bassano, Veronese, Tintoretto, Piazzetta, Canaletto, Tiepolo e Guardi.
Il catalogo bilingue edito da Marsilio è assolutamente da portare a casa.
La poesia della luce. Disegni veneziani della National Gallery of Art di Washington.
Museo Correr, Piazza San Marco 52
Fino al 15 marzo
C.S.