Un mattino del 2016, Barbaria delle Tole, una lunga calle che dal bellissimo campo dei SS. Giovanni e Paolo porta verso il cuore del del sestiere di Castello. Dei passanti fanno capannello davanti a una vetrina. Al suo centro campeggia l’enorme immagine di un elefante che placidamente cammina per una calle veneziana tra due ali di folla incuriosita che si affaccia ai balconi. Che cos’è? È il circo….Io me lo ricordo, sarà stato il ’58…..No, era prima, mia figlia non era ancora nata….Non ci stavano nelle chiatte, così hanno attraversato la città….Era il Togni…No, no era l’Orfei….Tutti gli anni veniva….Sì, sì, anche in campo San Polo….C’è persino un quadro del Longhi al Correr con un rinoceronte….Ma sembra un ippopotamo….Ho letto che una volta un elefante scappò da Campo alla Bragora….Ma cosa vende ‘sto negozio?
Sogni forse. 320.00 per l’esattezza. Ce n’è da far sognare una città ben più popolosa di Venezia. Non si può chiedere a una foto la verità, semmai ce ne può restituire qualche brandello che spetta a noi rimettere assieme lavorando di fantasia e memoria. Ma la memoria è labile, soprattutto se è affidata alla chimica e alle leggi dell’ossidazione. E’ una corsa contro il tempo quella di Vittorio, che, dacché ha occupato i locali che erano di un panificio per ospitare le sue 700 scatole di negativi e provini di stampa, conduce una battaglia solitaria per salvare un pezzo della nostra memoria collettiva dall’oblio. Foto di cronaca, di costume, foto artistiche che vanno dagli anni ‘40 agli anni ’80. C’è la mannequin di Dior, ma anche la tragedia del Vajont; c’è Paul Newman che si bagna nelle acque del Lido o i cantieri di scavo dei rii.
Un’apoteosi di immagini che restituiscono un affresco epocale che però abbisogna di cure e attenzioni. Un’immane opera di digitalizzazione aspetta Vittorio, un viaggio quotidiano tra lo stupore di sempre nuove scoperte, e chissà che lì tra gli alti scaffali non si nasconda una foto iconica che restituisca lo spirito del tempo, un altro “Bacio di Doisneau”, una “Evelyne McHale”. Spargete la voce.
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