13 ristoratori veneziani hanno affittato un appezzamento di terra nell’isola di Sant’Erasmo per coltivare verdura, spezie e aromi. Tutte materie prime che poi utilizzano nella realizzazione dei loro piatti. Nasce così Osti in Orto.
Un progetto ambizioso che genera valore per la città e ci rende orgogliosi, nato da veneziani per i veneziani, a dimostrazione che Venezia è viva!
La storia:
Questo posto è ricordato come la vecchia fattoria di Sant’ Erasmo dove gli abitanti passavano a comprare il latte e la frutta. Così ci raccontano Mario e Davide, che assieme ad altri collaboratori si prendono cura della produzione. Un tempo si allevavano maiali e cavalli e la terra era particolarmente adatta alla coltivazione di frutteti: oltre alle pesche usate per il famoso Bellini, qui crescevano alberi di pere, susine, prugne e giuggiole.
Un Eden dell’agricoltura, che così come altre bellissime storie di colture lagunari, ha rallentato la propria produzione con l’acqua alta del ‘66, l’evento catastrofico che distrusse centinaia di raccolti. Dopo un periodo di stasi, i suoi proprietari ripresero la coltivazione di ortaggi arrivando a rifornire anche il mercato di Rialto.
Quando è iniziato il progetto Osti in Orto, i terreni erano incolti da parecchi anni.
L’idea
A lanciare la proposta sul finire del 2020 è stato Cesare Benelli, titolare del Covo, che assieme agli altri ristoratori oggi si impegna a portare avanti questo progetto.
Le prime riunioni online lo scorso dicembre, il lancio dei lavori a maggio 2021 e a giugno la primissima consegna, in barchino ovviamente! Da Sant’Erasmo al centro storico per rifornire le cucine che animano 13 tra i migliori ristoranti veneziani.
Quattro gli ettari destinati alla coltivazione di prodotti biologici come cavolfiori, verze, zucchine, radicchio e cicorie. E non possono mancare i famosissimi carciofi di Sant’Erasmo, oggi presidio Slow Food, che trovano nel terreno argilloso i nutrienti ideali per crescere.
Certo, le difficoltà non mancano: dalle acque alte al tempo instabile, le piogge frequenti e poi i periodi di siccità per cui tornano ancora in aiuto i vecchi pozzi artesiani dell’isola. Ma la volontà di raggiungere gli obiettivi e la tenacia nel conservare le varietà autoctone della laguna sono più forti.
Oggi il progetto mira alla sostenibilità economica. Quello degli Osti in Orti è un esempio di produzione circolare. C’è una comunità, un gruppo di ristoratori che ha recuperato un terreno e supporta chi vi lavora, c’è il territorio a disposizione dei progetti cittadini che restituisce materie prime per le stesse attività.
Crediamo sia giusto e doveroso, oltre a riempirci di orgoglio, dar voce ai progetti cittadini che arricchiscono Venezia e la sua laguna. Una sfida per gli stessi soci, che rispetta il territorio, unendo agricoltori, ristoratori e deliziando il nostro palato.
Di seguito i ristoranti coinvolti dove poter assaggiare “i frutti” (gli ortaggi!) di questo incredibile lavoro: Al Covo, Antiche Carampane, Trattoria Anzolo Raffaele, Rioba, Riviera, Testiere, Trattoria Vittoria da Aldo, Marciano e Marcianino, Vini da Gigio, Covino, Trattoria da Ignazio, Da Guido (a Jesolo).
F. M.